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La stampa in 3D: caratteristiche principali e prospettive future

La stampa in 3D può essere definita come la naturale evoluzione della stampa 2D e rispetto a quest’ultima permette l’ottenimento di una riproduzione reale di un modello tridimensionale, realizzato attraverso un software di modellazione 3D. Rispetto alle stampanti tradizionali, quelle in 3D sono sicuramente più veloci e, al contrario delle opinioni comuni, sono più facili da utilizzare ed altamente affidabili rispetto alle tecnologie che vengono utilizzate per la cosiddetta Produzione Additiva (creazione oggetti tridimensionali partendo da strati materiali successivi).

10 gen 2013 Consigli - Tempo di lettura: min.

stampa
Foto: Printmateria

La stampa in 3D può essere definita come la naturale evoluzione della stampa 2D e rispetto a quest’ultima permette l’ottenimento di una riproduzione reale di un modello tridimensionale, realizzato attraverso un software di modellazione 3D. Rispetto alle stampanti tradizionali, quelle in 3D sono sicuramente più veloci e, al contrario delle opinioni comuni, sono più facili da utilizzare ed altamente affidabili rispetto alle tecnologie che vengono utilizzate per la cosiddetta Produzione Additiva (creazione oggetti tridimensionali partendo da strati materiali successivi).

Nello specifico, una stampante 3D opera su un file 3D del computer e lo utilizza per poter effettuare una serie di “porzioni” in sezione trasversale; successivamente ogni porzione viene stampata l’una in cima all’altra, creando l’oggetto in 3D. La stampa in 3D, inoltre, è un tipo di stampa altamente economica, sia in relazione alla creazione di singoli oggetti che molteplici (fino a migliaia). L’economicità della stampa in 3D va intesa anche in relazione al prezzo stesso delle stampanti, il cui costo negli ultimi anni è letteralmente crollato, ragion per cui tale processo di stampa viene visto da molti come una minaccia per le economie di scala, in quanto, il suo impatto sarebbe analogo a quello che si ebbe con l’avvento della fabbrica.

Il crollo dei prezzi delle stampanti in 3D ha sicuramente favorito il loro ingresso negli uffici e nelle abitazioni domestiche; trovano, inoltre, applicazione anche nel settore della gioelleria, nella calzoleria, fino all’architettura e la progettazione industriale.

L’ingresso della stampa in 3D nelle case ed uffici è il risultato di un grande sforzo di cui i principali promotori furono le comunità di utenti, in particolare con il cosiddetto Progetto RepRap. Il progetto RepRap rappresenta un piano volto a produrre la cosiddetta Stampante 3D FLOSS, in grado di ottenere anche una copia di sé stessa. Le specifiche di questo modello sono distribuite sotto la GNU General Public License e fino a 2 anni fa poteva stampare soltanto parti in plastica: le ricerche per la stampa di circuiti stampati e parti in metallo sono tutt’ora in corso e bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo per esaminare le statistiche relative ai risultati.

A rappresentare un progetto similare è la stampante Thing-o-Matic (prodotta dalla MakerBot Industries). Rispetto alla RepRap, la Thin-o-Matic è ancora più rivoluzionaria in quanto rappresenta il primo tipo di stampante in 3D venduta in kit di montaggio e diffusa in tutto il mondo anche se ultimamente a guadagnare posizioni è il modello Replicator, prodotto sempre dalla Makerbot. Anche l’Italia, infine, vanta modelli prodotti sul territorio stesso come la stampante 3D Galileo e la Sharebot ( su quest’ultima è reperibile in rete un recente articolo di Focus, pubblicato a settembre dello scorso anno).

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